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Tecnologie, social media, competenze digitali…. noi over 65 dobbiamo svegliarci un po’!

Senior man working in office and suffering from headache

Quanto di seguito segnala Istat e riporta  Ansa non fa che confermare l’urgente necessità che anche noi over 65 ci diamo una mossa. Mentre diventiamo abili quando vogliamo guardare le foto dei nostri nipotini o amici o paesaggi, e mentre ancora non resistiamo alla curiosità di leggere qualche articolo sui social con news su temi che ci appassionano, in genere siamo pigri e restii ad imparare altri strumenti  che ci permetterebbero di accedere a servizi o ad altre funzioni molto utili per sapere, conoscere, essere informati e soprattutto autonomi. Certo che l’età ci rende meno pronti ad apprendere e che il pc o lo smartphone non sono disponibili per tutti, ma chi di noi sa manovrare Tv , piattaforme come Netflix o Prime, non può arrendersi davanti ad internet ( con tutta la rete di servizi on line che offre) o ai social che ( a parte alcune demenzialità) ci forniscono ottime informazioni e ci facilitano la vita e non solo quella di relazione: volete viaggiare? volete scoprire dove vendono quella borsa che vi piace tanto? volete trovare l’anima gemella? volete saperne di più su quel tizio che continua a telefonarvi per offrirvi lucrosi investimenti per risparmi che non avete più? Ebbene il digitale o la tecnologia o l’informatica vi da una mano. Come mai riuscite a vedere tutti i goal di Maradona di 20 anni fa e non riuscite a vedere il vostro cedolino di pensione mensile? ( per fortuna che  la UILP su queste pagine lo riproduce ogni mese!) Perché siete pigri e avete paura di fare una brutta figura con chi vi dovrebbe insegnare: siate sinceri! E’ talmente importante che noi over impariamo a usare le tecnologie che in tanti Comuni ( come a Milano) fanno corsi gratuiti con luoghi e orari che vengono appunto dettagliati su internet  e anche noi sindacato facciamo spesso un po’ di formazione digitale. Ma siccome ormai è il gatto che si mangia la coda, chi non accede a Internet o alle mail, non sa neppure che i corsi esistono  e che se li frequentasse gli insegnerebbero proprio ad usare internet, le mail e  gli smartphone. Giusto o sbagliato che sia va così: oggi anche le informazioni più importanti sono trasmesse solo in questo modo e infatti tra i fenomeni che contribuiscono all’esclusione ed all’isolamento degli anziani, c’è proprio l’analfabetismo digitale. Quindi cerchiamo di stare al passo e poi un po’ di lavorio cerebrale risveglia cellule e neuroni e  imparare qualcosa di nuovo da una gran soddisfazione  ad ogni età.

Riporta l’Ansa quanto dichiara ISTAT e che cioè “L’Italia resta ancora indietro sulle competenze digitali e con forti divari interni fra zone geografiche e livelli socio-culturali. E’ quanto sottolinea ‘Istat che utilizza l’indice costruito a livello europeo il quale fissa anche l’obiettivo target fissato al 2030: ovvero che l’80% di cittadini (utenti di Internet negli ultimi tre mesi e tra i 16 e i 74 anni) possegga competenze digitali almeno di base. Nel 2023 in Italia tale quota si attesta al 45,7%, valore stabile rispetto al 2021, mentre a livello europeo è del 55,5%.
Nel nostro paese, come in altri paesi europei, le competenze digitali sono caratterizzate da forti divari associati alle caratteristiche socio-culturali della popolazione. Nel 2023 il 61,7% dei ragazzi di 20-24 anni residenti in Italia che ha usato Internet negli ultimi 3 mesi ha competenze digitali almeno di base. Tale quota decresce rapidamente con l’età per arrivare al 42,2% tra i 55-59enni e ad attestarsi al 19,3% tra le persone di 65-74 anni.
Questo livello di competenze risulta caratterizzato da una forte disparità a favore degli uomini, che nel nostro paese è di 3,1 punti percentuali.
Le competenze digitali sono ancora prerogativa delle persone con titolo di studio elevato. Infatti, il 77,6% delle persone di 25-54 anni con istruzione terziaria ha competenze digitali almeno di base. La quota scende al 26,4% sempre in riferimento alle persone della stessa coorte ma con titolo di studio basso (fino alla licenza media).
Dall’analisi delle singole regioni italiane emerge una forte differenza tra Centro-nord e Mezzogiorno, con l’eccezione della Sardegna che si attesta attorno al valore medio.

 

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