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Conti INPS in equilibrio lo dice Il CIV e lo pubblica il Sole24ore

dal Sole 24 ore  autore  Matteo Prioschi
Avanzo patrimoniale netto da 23,22 a 29,78 miliardi Entrate contributive +5,1% 

Il rendiconto generale 2023 dell’Inps, approvato ieri dal Consiglio di indirizzo e vigilanza, si chiude con un saldo della gestione finanziaria
di competenza di 12,18 miliardi di euro, con un risultato economico di esercizio positivo per 2,06 miliardi e con un avanzo patrimoniale netto che passa da 23,22 a 29,78 miliardi. I numeri complessivamente positivi illustrati dal Civ sono in buona parte stati anticipati in occasione dell’elaborazione del rendiconto generale da parte del Cda dell’istituto di previdenza (si veda il “Sole 24 Ore” del 1° giugno), ma hanno dato spunto per riflessioni sull’evoluzione dell’attività dell’istituto stesso e sul sistema previdenziale italiano.
Tra i numeri principali del rendiconto, rispetto a12022 si segnala una crescita del 5,1% (13 miliardi) di entrate contributive, un trend in atto dal 2020. Cresciuto il costo degli interventi sostenuti dalla fiscalità generale, tra cui il taglio del cuneo contributivo costituisce la voce principale, ma è rilevante anche la spesa per l’Assegno unico e universale.
«Il rendiconto 2023 evidenzia un risultato importante per l’istituto e rappresenta un ulteriore elemento che attesta l’equilibrio del sistema
previdenziale pubblico italiano» – ha affermato Roberto Ghiselli, presidente del Civ. Che ha rilevato, inoltre, come negli ultimi dieci anni Inps ha visto scendere il peso delle uscite per pensioni (dall’88 all’82% del totale), mentre tra le entrate è cresciuto l’apporto della fiscalità  generale (dal 32 al 38%) e ciò significa che l’Inps sta cambiando le sue funzioni. Quanto alle entrate contributive, secondo il presidente del Civ, l’incremento non è stato proporzionale all’aumento occupazionale e ciò significa che sta crescendo una quota di lavoro più povera rispetto ai dati consolidati.
Per Pierangelo Albini, coordinatore della Commissione economica del Civ «le rapide trasformazioni del mercato del lavoro e la necessità di far fronte ai diversificati bisogni dei cittadini impongono al decisore politico anche un’approfondita e coerente riflessione sul sistema di protezione sociale del Paese e, di conseguenza, sul suo finanziamento in termini di prelievo fiscale e contributivo».
Per Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del Lavoro, «i numeri del rendiconto forniscono il quadro di un Inps molto sano», ma occorre puntare sulla previdenza complementare affinché «le future pensioni abbiano un sostegno economico davvero importante» e al contempo occorre capire come dare flessibilità in uscita, ma che sia sostenibile. La scarsa efficacia degli esoneri contributivi per assunzioni di donne e giovani, il rischio di inadeguatezza delle pensioni e i crediti contributivi a quota 127 miliardi sono stati sottolineati dall’onorevole Maria Cecilia Guerra (Pd).

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