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Donne e violenza economica: il 22 marzo la Commissione delle Nazioni Unite si è espressa

Mentre si stanno tenendo i corsi sull’Educazione Finanziaria rivolti alle donne e voluti da CGIL CISL UIL nell’ambito di un percorso formativo di contrasto alla violenza economica e di rafforzamento della consapevolezza femminile, la 68a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sullo Status delle Donne (CSW68) che si è conclusa lo scorso 22 marzo, ha avuto quale tema prioritario quello di “accelerare il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze affrontando la povertà e rafforzando le istituzioni e i finanziamenti con una prospettiva di genere”.

La notizia è diffusa dal coordinamento nazionale  UILCA di Intesa Sanpaolo che ringraziamo.

Agire sull’empowerment femminile e sulla stabilità economica delle donne è leva fondamentale del cambiamento culturale per un contrasto alla violenza di genere. La sistematica svalutazione della donna, operata anche attraverso la riduzione della sua autonomia e della padronanza dei mezzi di sostentamento, crea i presupposti per una sua soggezione al partner e pregiudica la sua concreta possibilità di sottrarsi a relazioni tossiche: per intraprendere percorsi di uscita dalla violenza sono necessarie risorse non solo psicologiche, ma anche economiche!

La violenza economica rappresenta quindi una delle dimensioni dell’asimmetria di potere fra donne e uomini che sta alla base della violenza contro le donne e della violenza domestica. È riconosciuta con difficoltà, soprattutto per il suo carattere intersezionale in quanto subita spesso insieme ad altre discriminazioni e violenze di genere, e non è sanzionata da norme di legge che la individuino come specifico reato. Ha connotazioni peculiari, fra cui anche la sua trasversalità, per esempio, rispetto all’età e al livello di istruzione. Chi subisce violenza economica è vittima di un sistematico controllo, sfruttamento e sabotaggio economico.

Una progressiva ingerenza nella gestione del denaro, compreso quello frutto del proprio lavoro, la indisponibilità di strumenti di pagamento gestibili in autonomia, o di accesso a tutto quanto concerne la propria condizione patrimoniale e finanziaria, costituiscono già dei pericolosi campanelli di allarme di una progressiva perdita della propria indipendenza economica e della elevata probabilità di essere entrate in una spirale di violenza.

Al contrario disporre di un proprio conto corrente, di propri strumenti di pagamento, saper gestire in autonomia i propri finanziamenti (mutui, prestiti), ma anche il proprio patrimonio, scegliere investimenti e coperture assicurative, disporre di un’auto e/o di una casa di proprietà, avere una propria posizione pensionistica complementare, ma anche essere pienamente partecipi di scelte della famiglia o della relazione, sono aspetti che rafforzano la possibilità di tutelarsi.

L’educazione finanziaria, che tenga conto della digitalizzazione, deve potersi accompagnare alla possibilità per le donne di accedere a un lavoro stabile, adeguatamente remunerato, con prospettive di carriera e sviluppo professionale tali da creare i fondamenti di livelli soddisfacenti sia di risparmio – e quindi di investimento – oltre che di trattamento pensionistico, come pure a opportunità di svolgere una libera professione o un’attività imprenditoriale con le stesse opportunità degli uomini.

In definitiva è necessario creare i presupposti culturali per:

  • un accesso al mercato del lavoro o dei capitali con eguali opportunità per entrambi i generi, assicurando una retribuzione di accesso paritaria;
  • sviluppare flessibilità, politiche di welfare, strumenti di conciliazione vita-lavoro che favorendo una condivisione vera di compiti di cura con la/il partner contribuiscano a mantenere e accrescere il tasso di occupazione femminile;
  • abbattere il soffitto di cristallo che ancora oggi impedisce alle donne di accedere a ruoli manageriali e in generale delineando percorsi lavorativi e di carriera equilibrati per donne e uomini;
  • eliminare stereotipi e discriminazioni nell’accesso al credito e alle attività libero professionali, come pure a percorsi di studio che consentano di superare le ancora rilevanti forme segregazione orizzontale.

Per combattere la violenza, anche quella economica, ancora una volta serve un cambiamento culturale.

Invertiamo la rotta!

E se desideri saperne di più qui di seguito i link per approfondire i temi trattati e due film che la Uilca consiglia

68th Session of the Commission on the Status of Women

D.i.Re – Donne in rete contro la violenza -La Rete nazionale antiviolenza gestita da organizzazioni di donne

Ciò che è tuo è mio. Fare i conti con la violenza economica

Disoccupazione, gap salariali e bassa alfabetizzazione sono alla base dell’esclusione finanziaria femminile

Gender Equality Index

Sesso è potere: report 2023

Giornata della parità retributiva: il divario retributivo di genere nell’UE rimane al 13%

I film da vedere:

C’è ancora domani di e con Paola Cortellesi

Felicità di e con Micaela Ramazzotti

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