Serena Bontempelli
Serie preoccupazioni sul tema dei vaccini
Novembre 13, 2020
Sintesi intervento di Silvano Molteni Segretario Generale STU Cantù Olgiatese
Dicembre 3, 2020

Sintesi intervento di Giacomo Arrigoni Segretario Generale STU Lario

Convegno “Parlano i Pensionati” 2 e 4 dicembre 2020

Prima sessione: “ Il punto sulla riforma sanitaria regionale. Una riflessione sullo stato e sulle scadenze della riforma sanitaria regionale dentro l'epidemia di Covid-19

Il sindacato pensionati e il sindacato confederale, devono affrontare questi temi :

  • dobbiamo decidere se vogliamo ancora condividere e contribuire a realizzare. la territorializzazione del sistema sociosanitario, da ospedale centrico a diffuso e integrato territorialmente, così come abbiamo concorso a progettare. Il nostro compito deve essere quello di individuare l’elemento qualificante del bene comune dentro la rivoluzione del sistema sociosanitario lombardo per sostenerlo e intervenire laddove si fossero costituite forme di rendita o di puro interesse economico.
  • Il raggiungimento dell’obiettivo richiede:
    • una presenza costante e attenta nei rapporti con la struttura centrale di Regione Lombardia e con le ATS/ASST/CdR sul territorio
    • una formazione/informazione continua sui temi del sociosanitario.
    • un’azione continua e articolata sull’utenza formata dai pazienti cronici (il cui incremento è direttamente proporzionale all’invecchiamento della popolazione) che ha bisogno di essere sostenuta, informata e tutelata anche dalle strutture sindacali non solo nella fase della contrattazione ma anche in quella per l’accesso ai servizi sociosanitari. (contribuendo a produrre: informazione, indirizzo e orientamento dell’utenza: uno dei grandi fallimenti della L.23 è stato relativamente alla presa in carico dei cronici, per la più parte fallita!)
    • un rapporto che, se con le ATS è legato a una forma di contrattazione positiva, con gli Enti Locali Comunali e la loro Associazione è necessario produca un legame di forte condivisione per dare corpo ai diversi e articolati bisogni/interessi in campo sociosanitario della popolazione nei territori lombardi delle ATS.

Permangono alcune criticità importanti:

  1. il trascurabile coinvolgimento delle OOSS nell’azione programmatoria, di progettazione e realizzazione degli obiettivi della Legge regionale 23 da parte di ATS e ASST: ad esempio la progettualità per la costituzione di strutture importanti come POT e PreSST è stata poco condivisa e in modo molto casuale (spesso basata sulla disponibilità della localizzazione edilizia già esistente, sul non utilizzo di tutto il potenziale esistente sul territorio compresi i poli universitari, sull’ altalenante rapporto con la pianificazione territoriale espressa dai PGT, ecc.)
  2. la bassa condivisione ed efficacia, fino ad oggi, delle azioni di prevenzione e informazione dei pazienti (spesso caratterizzata da incapacità gestionali, vedi tutta la campagna vaccinale in particolare quella antinfluenzale!) che dovrebbero essere la base di uno dei cardini della legge 23 e che costituiscono il passaggio dalla “medicina dell’attesa” alla “medicina di iniziativa
  3. la bassa interazione con le OOSS per la produzione di progetti e azioni a favore dell’utenza su: Pronto Soccorso, Liste d’attesa, Organizzazione della diagnostica, erogazioni prestazioni domiciliari, ecc.
  4. l’atteggiamento poco olistico rispetto all’organismo sistema sociosanitario da parte della dirigenza e la preoccupante crescita di organizzazioni corporative del personale
  5. la difficoltà di triangolare il rapporto tra ATS/CdR/OOSS
  6. il tradizionalismo dei pazienti lombardi, spesso poco e male informati delle effettive potenzialità della presa in carico o delle dimissioni protette
  7. la cosiddetta sussidiarietà della sanità privata piegata alla rendita e all’interesse economico anziché alla valorizzazione e capitalizzazione delle eccellenze

Alcuni elementi positivi (realizzati a macchia di leopardo e non sviluppati a sistema):

  1. l’azione intrapresa per passare dal disease oriented (al centro la malattia) al person oriented (approccio focalizzato sul malato e sulla valutazione e gestione globale e multidisciplinare dei suoi problemi)
  2. il potenziamento della valutazione multidimensionale del bisogno sociosanitario
  3. l’introduzione di un sistema di classificazione delle malattie croniche flessibile e costantemente riaggiornato
  4. la cartella clinica condivisa, le prescrizioni secondo linee guida e Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale

Complessivamente la legge esprime una serie di potenzialità positive che devono però trovare piena attuazione per dispiegare tutta la loro capacità e che hanno invece fattori di abbattimento come:

  1. le scelte non puntuali, incoerenti e di riduzione delle risorse economiche necessarie
  2. i problemi legati a norme e burocrazia spesso incapace, farraginosa e codina,
  3. la purtroppo ancora diffusa corruzione dell’ambiente sanitario e pubblico
  4. la partecipazione contraddittoria (a livello territoriale e generazionale) dei MMG e dei PLS nei processi di presa in carico dei pazienti cronici
  5. la contraddizione non risolta tra bisogni degli utenti e insufficienti risorse umane impiegate
  6. la mancanza di una tradizione di efficacia/efficienza del lavoro d’equipe che solo da poco ha cominciato ad essere utilizzato in modo sistematico
  7. la storica e ancora consolidata struttura ospedale-centrica
sono tutti fattori che possono annullare il raggiungimento degli obiettivi positivi collegati al prendersi cura.

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