Consultazione pubblica sul Regolamento in materia di tutela dei diritti fondamentali della persona, di rispetto del principio di non discriminazione e di contrasto ai discorsi d’odio
Contributo del COORDINAMENTO NAZIONALE PARI OPPORTUNITA’ E POLITICHE DI GENERE DELLA UIL PENSIONATI
Premesso che
- Nell’art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea del 2000 è citata esplicitamente l’età tra i motivi alla base delle possibili forme di discriminazione.
- Le persone anziane sono tra le principali vittime delle discriminazioni basate sull’età, come anche evidenziato nel Rapporto mondiale sull’ageismo, Global Report on Ageism, pubblicato l’8 marzo 2021, a cura dell’Oms, insieme all’Unhcr, l’Undesa e l’Unfpa. Il Rapporto evidenzia come si possa parlare di discriminazione basata sull’età quando l’età è utilizzata come mezzo per classificare e dividere le persone, e quando si costruiscono stereotipi, pregiudizi e discriminazioni in base esclusivamente all’età. Il Rapporto evidenzia come a livello globale l’ageismo interessi soprattutto giovani e anziani e come una persona su due sia ageista nei confronti delle persone anziane. Il Rapporto evidenzia inoltre come le donne anziane siano colpite da molteplici forme di discriminazioni, basate sul sesso e sull’età, in misura più accentuata sia degli uomini anziani sia delle donne più giovani. Si tratta quindi di un vero e proprio ageismo di genere, che colpisce le donne anziane in quanto donne e in quanto persone anziane.
- In Italia le persone con 65 anni e più costituiscono quasi il 24% del totale della popolazione
Tutto ciò premesso
Il Coordinamento nazionale Pari Opportunità e Politiche di genere della Uil Pensionati evidenzia come nelle trasmissioni radio televisive di informazione e di intrattenimento siano purtroppo presenti stereotipi e contenuti discriminatori nei confronti delle persone anziane. Propone quindi che nel testo del Regolamento siano evidenziate in modo esplicito le discriminazioni legate all’età, che colpiscono in modo particolare le persone anziane e soprattutto le donne anziane e si promuova una rappresentazione realistica e non stereotipata della popolazione anziana, oggi troppo spesso raffigurata unicamente come categoria debole. Il Coordinamento nazionale Pari Opportunità e Politiche di genere della Uil Pensionati propone inoltre che il Regolamento ponga l’accento anche sul fatto che frequentemente nella descrizione di avvenimenti di cronaca si utilizza il termine pensionata/o come sinonimo di persona, anche se ai fini della descrizione dell’avvenimento non sono rilevanti né l’essere pensionata/o, né l’essere anziana/o.
Il Coordinamento nazionale Pari Opportunità e Politiche di genere della Uil Pensionati propone inoltre, di inserire nello schema di Regolamento al Capo II Art. 4 punto 2. lettera c) dopo le parole “la lingua”, le parole “l’età”. Il periodo risulterebbe quindi così modificato:
- c) in considerazione del contesto della trattazione, la diffusione di notizie e la trattazione di temi che possono riguardare soggetti a rischio di discriminazione devono conformarsi a criteri di verità, essenzialità e continenza della notizia evitando qualsiasi riferimento a dati relativi alla sfera privata delle persone quali l’origine etnica o sociale, la lingua, l’età, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura non rilevanti o pertinenti ai fini della cronaca.m, coord UILP, sterotipi, ageeismo
Il Coordinamento nazionale Pari Opportunità e Politiche di genere della Uil Pensionati propone infine, di inserire nello schema di Regolamento al Capo II Art. 5 punto 1. Dopo le parole “all’odio” le seguenti parole: “e agli stereotipi legati a genere, sesso, età, etnia, orientamento sessuale, religione, opinioni politiche, identità di genere.” Il periodo risulterebbe quindi così modificato:
- La Rai, nel ruolo di concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, anche in esecuzione al Contratto di Servizio, promuove la diffusione di contenuti che valorizzano i principi di rispetto della dignità umana, di non discriminazione, dell’inclusione e della coesione sociale, nonché di contrasto all’istigazione alla violenza e all’odio, e agli stereotipi legati a genere, sesso, età, etnia, orientamento sessuale, religione, opinioni politiche, identità di genere.