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Banche servizio per gli anziani? quando ci sono…forse

La chiusura delle filiali delle banche rappresenta una grossa difficoltà per la popolazione lombarda anziana ( oltre 3 milioni).

La riorganizzazione degli sportelli bancari sta penalizzando tutta Italia e lo sta denunciando anche il sindacato del credito UILCA, ma all’attenzione posta ai livelli occupazionali, alla perdita di professionalità, alla qualità dei servizi offerti , per noi anziani si aggiunge l’impossibilità frequente di utilizzare un servizio per il quale paghiamo ricche commissioni collegate ai nostri conti correnti. Le pensioni sono accreditate sui conti bancari, le bollette sono domiciliate lì, mutui e prestiti pure e se vogliamo avere notizie delle polizze o di altri prodotti che ci vengono tanto magnificati alla TV, non riusciamo ad avere un contatto con nessuno. E’ vero che non siamo in genere abilissimi con la tecnologia, ma quando si parla del nostro denaro ci piacerebbe non parlare sempre e solo con una “chat” o con una “filiale virtuale” che ci schiaccia l’occhiolino dal telefonino, ma con qualcuno che sappia rispondere con completezza alle domande che vogliamo fare. Porta chiusa, sportello chiuso, banca chiusa e noi dobbiamo spesso rinunciare ad avere un’informazione, una notizia, un suggerimento. Così non va e sosteniamo la battaglia che stanno facendo i bancari contro i banchieri!

Avevamo già dato notizia di come in Spagna le Banche si siano trovate di fronte  alla grande pressione esercitata da gruppi di anziani e disabili che sostenevano di non poter accedere ai servizi automatici ( bancomat e atm) a causa delle loro difficoltà fisiche e tecnologiche e quello che sta avvenendo in Italia, è un fenomeno della stessa portata, soprattutto perché è un servizio che si paga!  tralasciamo le altre forme di discriminazione nei confronti della popolazione anziana che le banche portano avanti( pare che siano gli algoritmi a considerarci dei cretini quando vogliamo fare un’operazione di investimento o chiediamo soldi in prestito e quindi ci dobbiamo portare appresso il figlio o il nipote anche se non ha un euro sul conto), ma crediamo che il diritto ad un contatto fisico con chi conserva , a pagamento, i nostri pochi o tanti averi, sia sacrosanto!

Lo dice anche il Segretario Generale della UILCA ( UIL Credito Assicurazioni Esattoria) Furlan: allarmante la desertificazione bancaria. 

Gli ultimi dati disponibili sulla desertificazione bancaria in Italia sono allarmanti e confermano purtroppo il trend di chiusura degli sportelli bancari: la Lombardia, con il dato regionale che supera quello nazionale, non è da meno. Servono soluzioni condivise affinché interi territori non si trovino senza i servizi essenziali offerti dalle banche e i presidi di legalità che esse rappresentano”,

In Italia, dal 2018 al 2022 gli sportelli bancari sono diminuiti del 17,4% (-4.423). I comuni serviti da banche sono scesi del 10,9% (-583). Il trend negativo coinvolge anche l’aspetto occupazionale: 14.020 dipendenti in meno nel settore (-5%). In Lombardia, negli ultimi cinque anni, sono stati chiusi 916 sportelli, pari al 18,3%, passando da 5.010 nel 2018 a 4.094 nel 2022; il numero dei dipendenti è calato del 13,1%, passando da 69.972 del 2018 a 60.809 nel 2022. I comuni sono passati da 1.128 a 1.010 (-10,5%). Alla fine del 2022 sono 582.607 gli abitanti della regione senza accesso allo sportello bancario . Nella sola città di Milano, nello stesso periodo, sono stati chiusi 298 sportelli, per un calo pari al 20,9%. La diminuzione si registra anche per il personale (-5,3%) e per i comuni serviti da banche (-6,3%).

A sostegno dell’iniziativa anche Enrico Vizzasegretario generale Uil Lombardia: “Parliamo di lavoro, di lotta al precariato e di servizi ai cittadini. Parliamo soprattutto di quanto le banche hanno realizzato in termini di extraprofitti dalla pandemia, specialmente ora dopo che la Bce ha deciso di rialzare i tassi di interesse. Risorse che potrebbero essere davvero reinvestite a favore delle persone. E invece no. Assistiamo alla chiusura degli sportelli, alla desertificazione a favore di un home banking che è da un lato forse più agevole, ma dall’altro rappresenta uno strumento per fare maggiori utili tagliando sui lavoratori. Ecco perché dobbiamo dire no, lo facciamo per il lavoro, le lavoratrici e i lavoratori, ma anche per le persone, molto spesso anziane che si trovano in difficoltà senza un riferimento. Ecco perché chiediamo un intervento serio e mirato oltre che la condivisione da parte delle istituzioni perché si metta un freno a quanto sta accadendo e si rilancino il lavoro e i servizi evitando che le persone possano trovarsi in difficoltà e magari cadere nelle mani della delinquenza o peggio dell’usura”.

 

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