Si moltiplicano in Lombardia le esperienze di cohousing in tutte le sue diverse forme:
Cohousing nel senso di condivisione di un’abitazione fra conoscenti o amici o sconosciuti interessati a vivere con qualcuno con cui condividere spese e socialità. Ognuno con la sua stanza, ma con soggiorno e cucina in comune.
Cohousing nel senso di abitare nel proprio appartamento ma all’interno di una struttura suddivisa in altrettante abitazioni simili con servizi in comune, come lavanderia, pulizia, intervento infermieristico, accompagnamento, spesa a domicilio. Le abitazioni sono o di proprietà o in affitto.
Cohousing sociale, nel senso di vivere nel proprio appartamento, ma offrendo e fruendo di servizi scambiati con gli altri gruppi familiari coinvolti dall’esperienza di vita collettiva, in una sorta di reciprocità solidale che aiuti a far fronte alle rispettive esigenze. I più anziani aiuteranno i più giovani nella gestione dei figli e a loro volta, i più giovani garantiranno ai più anziani alcune forme di assistenza.
Potremmo continuare a descrivere i tipi di cohousing che si stanno sperimentando e che in Europa sono già realtà importanti, ma il dato iniziale con cui vorremmo aprire questa tematica è la scarsissima diffusione in Italia di questa tipologia abitativa.
Le ragioni non sono solo di scarsa informazione di questa forma innovativa dell’abitare, ma sono da ricercare nella cultura italiana verso la famiglia che, ancora oggi e nonostante i grossi mutamenti delle composizioni familiari e l’alto numero di anziani che vivono da soli, resta il baricentro intorno al quale ruotano le soluzioni possibili.
Housing sociale, housing per senior ecc sono i grandi temi da approfondire per conoscere le diverse soluzioni abitative che potremmo adottare e non in situazioni di emergenza, ma pianificando la nostra vecchiaia.