Sintesi intervento di Silvano Molteni Segretario Generale STU Cantù Olgiatese
Dicembre 3, 2020
Sintesi intervento di Amedeo Giuliani Segretario STU Cremona
Dicembre 9, 2020

Sintesi intervento di Gianpiero Gerli Funzionario Ambito Milano Sud

Convegno “Parlano i Pensionati” 2 e 4 dicembre 2020

Seconda sessione: "L'accompagnamento non basta.La società invecchia, i bisogni cambiano, la politica non coglie l'urgenza. I sindacati dei pensionati chiedono una legge quadro sulla non-autosufficienza"

Ho scelto di leggervi delle brevi sintesi delle numerose mail che riceviamo da parte di chi chiede aiuto perché si trova ad affrontare il tema della non autosufficienza: sono lettere dei cosiddetti “caregiver” e cioè i nostri pensionati che si trovano a dover accudire un familiare e a districarsi nel dedalo delle norme e della burocrazia. Il lavoro del sindacalista è quello di dare risposte e fare pressione per cambiare le cose, ma credo che affiancare le riflessioni teoriche che stiamo ascoltando con qualche esempio pratico delle difficoltà che ci vengono denunciate, aiuti a comporre delle norme che aiutino davvero la gente.

Caro Gianpiero… dice un iscritto…mi trovo ad affrontare l’improvvisa non autosufficienza di mia cognata. Mia moglie, sua sorella, lavora ancora, lei non ha nessun altro parente e io me ne devo occupare. Si tratta di una brava persona e di una cara amica, oltre che la sorella di mia moglie, ma per come si mettono le cose, non credo che né io né mia moglie riusciremo a reggere: cominciamo ad odiarla perché la nostra vita è totalmente stravolta e lei comunque alla fine non è bene assistita e diventa sempre più insofferente perché sta male. L’abbiamo messa nella camera che era di nostra figlia, ma la carrozzina non passa dalla porta e non entra in bagno e quindi facciamo tutti degli sforzi enormi per darle una mano. Vengono due volte alla settimana i servizi per occuparsene, ma è troppo poco.

Sto girando per un sacco di uffici, dove raccolgo informazioni per conoscere i diritti suoi e miei che me ne sto facendo carico, ma mi chiedo se non si potrebbe istituire in ogni Comune o presso la regione un luogo o fisico o virtuale che raccolga tutto quello che avviene sul territorio, un sito, uno sportello, un portale che spieghi le alternative a disposizione degli anziani e delle famiglie. Sto parlando di informazioni facili e disponibili senza mille passaggi complessi o attese telefoniche estenuanti.

Un’altra lettera ricevuta...Mi sono anche informato per una badante, ma i costi sono molto elevati, se non vuoi tenerle in nero, e mi chiedo se non varrebbe la pena di prevedere agevolazioni fiscali o in nelle assunzioni così si combatte anche il nero che mi pare sia tantissimo. So che ci sono sperimentazioni in giro sulla “badante di condominio”, ma mi pare che tutto sia affidato alla buona volontà di qualche associazione e invece dovrebbero diventare misure da prevedere perché aiuterebbero un sacco di gente.

Ci sentiamo molto soli e molti di quelli che sono nella mia situazione non sanno nemmeno che esistano dei servizi che un po’ ci possono aiutare.

Rende le cose ancora più complesse la suddivisione fra interventi sociali e socio-sanitari: i vari interventi vanno gestiti in raccordo, componendo una mappa dentro la quel ci si possa orientare con facilità . Le cose sono rese ancora più difficili dalle norme che non dialogano fra di loro: non abbastanza povero per fruire di certi servizi e non abbastanza grave per fruire di altri. Come sento dire spesso la valutazione va fatta nella globalità della situazione della persona malata, e non su indici e criteri che si esprimono singolarmente sui diversi requisiti e non dialogando fra loro e non componendo una visione d’insieme…così facendo su buttano fuori dagli aiuti persone che per una percentuale di reddito o di disabilità non hanno diritti, ma che valutati nella globalità della situazione andrebbero sostenuti.

Un’altra lettera …Quando sono venuto al patronato ho letto tanti opuscoli e ho scoperto che io sarei un “Silver age” che mi pare significhi che io sono un anziano ancora giovane nella fascia degli anziani e in buona salute e che quindi potrei essere di aiuto ed esempio per aprire un percorso di conoscenza e cambiamento per chi anziano lo deve ancora diventare, visto che si prevede che i non autosufficienti aumenteranno di circa 6/7 mila unità all’anno, data la maggiore sopravvivenza della popolazione. Ma come posso io dare un esempio di “invecchiamento attivo “o “happy ageing” come si dice, se mi trovo a dover vivere da recluso e con una reclusa gravemente malata.

Ho letto che coloro che assistono una persona non autosufficiente sono circa 340.000, e quasi 800.000 se si prendono in considerazioni tutti coloro che sono coinvolti nell’assistenza per suddividere le fatiche. Dicono anche che abbiamo in media 59 anni, che in genere sono donne e allora io sono un’eccezione, perché sono più vecchio e speravo davvero di potermela un po’ godere, perché sono un uomo, ma anch’io e mia moglie ci sentiamo soli e ci farebbe piacere poter discutere con qualcuno per fare delle valutazioni del nostro stato psicologico.

Un’altra lettera …a volte pensiamo ad un ricovero in una RSA, ma con il Covid è impossibile: prima di tutto abbiamo paura che si ammali, poi mi pare che ancora oggi non siano ammessi i nuovi ricoveri, poi ci sono liste lunghissime sennò devi andare nel privato con migliaia di euro al mese. E poi in questo momento vorrebbe dire non vederla più, abbandonarla a sé stessa e ti confesso che noi non ce la sentiamo.

Il sindacato dovrebbe intraprendere una battaglia sui temi dell’abitare degli anziani perché si sente parlare di cohousing, di abitare leggero, di condominio leggero, ma nessuno ne sa nulla davvero. Forse potrebbero essere delle soluzioni magari solo per gli autosufficienti ma già significherebbe qualcosa perché il tema della casa rappresenta anche una fonte di reddito che può diventare utile per sostenere le spese legate ai casi di non autosufficienza

Non so come andrà a finire la legge sulla non autosufficienza…. Ma credo che anche se avremo singolarmente a disposizione più soldi, non cambierà molto se non ci saranno servizi adeguati e informazioni per conoscerli. La legge sulla non autosufficienza è di importanza fondamentale perché diventa inutile che la scienza ci allunghi la vita se poi non si sa come accudire questi anziani che inevitabilmente si ammalano e qualcuno anche molto gravemente. È un controsenso, lodare l’allungamento della vita e poi non garantire condizioni di vita accettabili e sostenibili. Serve un welfare che garantisca assistenza in tutte le fasi della vita. Serve una visione strategica che coinvolga tutti i protagonisti coinvolti direttamente o indirettamente.

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