Presentazione
Il 28 settembre 2020 i sindacati dei pensionati lombardi sono stati convocati in audizione presso Regione Lombardia davanti al “Gruppo dei Saggi”, presieduto dal Dott. Cajazzo, sulla valutazione della l.23/2015 (legge di riforma del Servizio Sanitario Regionale).
È risaputo che il percorso che ha preceduto l’emanazione della legge, ha avuto diversi momenti di
coinvolgimento del sindacato dei pensionati, insieme alle Confederazioni e ai sindacati della Funzione
Pubblica, sfociati in importanti accordi, in particolare quello del settembre 2014 nel quale si sancivano alcuni
punti importanti che avrebbero dovuto costituire l’ossatura portante del Sistema Sanitario Regionale e che
sono tutt’ora di grande attualità.
Durante l’audizione abbiamo evidenziato le criticità che riguardano principalmente i bisogni assistenziali della
popolazione anziana e abbiamo chiesto espressamente di mettere al centro del Sistema sanitario il paziente
e la sua presa in carico, passando dalle enunciazioni alle azioni concrete.
In particolare abbiamo sottolineato i seguenti aspetti:
- Necessità di realizzare una rete territoriale per le cure primarie partendo innanzitutto dalla creazione
di un Polo Territoriale, distinto dal Polo ospedaliero, dotato di una governance separata e con
autonomia di budget di spesa
- Nel territorio è necessario individuare dei luoghi fisici in cui devono trovare sede, tra le altre cose, la
medicina preventiva, l’igiene pubblica e la presa in carico dei pazienti cronici (che per l’85% sono
anziani). Al riguardo è per noi necessario un rapporto più stretto tra Medici di medicina generale e
specialisti ambulatoriali, al fine anche di garantire la continuità assistenziale ospedale / territorio.
- L’integrazione sanitaria e socio-sanitaria, che rappresentava uno dei capisaldi della riforma (da
attuare anche attraverso l’istituzione di un unico Assessorato Welfare in alternativa agli allora due
assessorati ora addirittura diventati tre) non si è sostanzialmente realizzata. Abbiamo sottolineato
l’assoluta necessità di procedere destinando le necessarie risorse e coinvolgendo maggiormente i
Comuni e le istituzioni.
- Non autosufficienza: abbiamo sollecitato la necessità di aprire con Regione Lombardia un tavolo sulla
non autosufficienza che porti ad una offerta di servizi in grado di dare risposta ai diversi bisogni delle
persone anziane, rafforzando l’ADI (Assistenza Domiciliare), ma anche creando una città “a misura di
anziano” attraverso un diverso approccio delle politiche abitative e della mobilità.
Sulle RSA in particolare abbiamo sollevato il tema dell’adeguamento delle rette, della revisione dei
minutaggi di assistenza sanitaria e dei criteri di accreditamento degli enti gestori che garantiscano
maggiore trasparenza e possibilità di controllo.
- Rapporto pubblico / privato: è necessario passare dall’attuale regime di concorrenza a quello della
sussidiarietà, con controllo e indirizzo dell’offerta sanitaria da parte della Regione.
- Infine abbiamo sostenuto la necessità di ripristinare il servizio di “medicina scolastica” in piena
integrazione con i servizi territoriali, anche su base locale che comprenda più istituti scolastici dello
stesso territorio, per diventare un valido concreto raccordo tra sanità, famiglie, studenti, giovani e
l’intera comunità.
Nell’occasione è stato nuovamente sollevato il tema delle liste d’attesa, sulla cui gestione bisogna
intervenire con urgenza per consentire un tempestivo accesso a diagnostica e terapia da parte dei
pazienti, tra i quali le persone anziane e fragili subiscono le maggiori criticità.
Roma, 30 settembre 2020