L’ISTAT ha diffuso il rapporto sulle strutture residenziali socioassistenziali e sociosanitarie relative all’anno 2021,
Le strutture residenziali attive nel nostro Paese sono 12.576 per un’offerta di posti letto di 414 mila (sette ogni mille persone residenti).
Gli ospiti ammontano a 356.556 dei quali oltre tre su quattro sono anziani, le lavoratrici e lavoratori impiegati in queste strutture sono più di 341 mila, ai cui vanno sommati oltre 31.500 volontari e volontarie e poco più di 4 mila operatori e operatrici del servizio civile.
Permane il divario tra il Nord ed il Sud del paese: l’offerta è maggiore nel Nord-est con 10 posti letto ogni mille, nel Sud del Paese è invece poco al di sopra di tre posti letto ogni mille residenti e copre solo l’11% dei posti letto complessivi.
La titolarità delle strutture è in carico ad enti non profit nel 45% dei casi, a seguire ad enti privati (circa il 24%), ad enti pubblici (19%) e ad enti religiosi (12%).
Nell’88% delle residenze i titolari gestiscono direttamente il presidio, nel 10% i titolari danno in gestione le loro strutture ad altri enti, nei restanti casi (2%) il presidio viene gestito in forma mista.
La gestione dei presidi residenziali è affidata prevalentemente a organismi di natura privata (75% dei casi), soprattutto di tipo non profit (51%); il 12% delle residenze è gestita da enti di natura religiosa e circa il 13% dal settore pubblico.
In Italia sono oltre 267 mila gli anziani, dai 65 anni e più, ospiti delle strutture residenziali, quasi 19 anziani per mille anziani residenti, di questi oltre 15 ogni mille anziani residenti sono in condizione di non autosufficienza (215.449 anziani non autosufficienti).
La componente femminile prevale nettamente su quella maschile: su quattro ospiti anziani tre sono donne.
Le persone disabili di età compresa tra i 18 e i 64 anni ospiti dei presidi residenziali sono circa 70 mila, due ogni mille residenti. Il tasso di ricovero è più alto nelle regioni del Nord-est (2,3 adulti ogni mille residenti) e si riduce nel Sud del Paese con 1,3 ospiti per mille residenti.
Questi dati sono una ragione in più per sostenere che tutto il settore vada riformato e che vi sia bisogno di attuare politiche per potenziare la continuità a domicilio delle cure mettendo al più presto a terra i progetti del PNRR e finanziando adeguatamente le legge per la non autosufficienza.