Medicina di genere: La newsletter Istituto Superiore di Sanità
Nella newsletter pubblicata a luglio, l’Istituto Superiore di Sanita (ISS), in collaborazione con il Centro Studi Nazionale sulla medicina di genere, dedica il numero alle differenze di genere nelle infezioni correlate all’assistenza e nell’antibiotico-resistenza.
Tra i contenuti vengono affrontate le sindromi mielodisplastiche, vene varicose e le differenze di genere nella risposta alla vaccinazione anti Covid-19 nei lavoratori e dedica un focus sul consumo di bevande alcoliche che rappresenta, indipendentemente dalle quantità assunte, un fattore di rischio per la salute.
I dati nazionali mostrano che, nella popolazione adulta, la prevalenza di consumatori abituali eccedentari nel 2021 nei maschi è più del doppio rispetto a quella osservata nelle femmine (12,7% vs 6,1%), tuttavia tali evidenze sono utili per evidenziare il fenomeno e informare i decisori politici, affinché vengano adottate delle politiche di educazione e sensibilizzazione volte a ridurre il consumo di alcool che, in un’ottica di Sanità Pubblica, corrisponde a una diminuzione della prevalenza di numerose malattie croniche e dei relativi costi associati, poiché, nonostante una maggior consapevolezza sui rischi, sono ancora da sostenere e rafforzare, sia una cultura della prevenzione sia gli approcci che limitano la disponibilità degli alcolici specialmente per i minori. L’assunzione di alcol aumenta infatti, il rischio di insorgenza di patologie dell’apparato digerente, del sistema nervoso e di tumori maligni, inoltre, il suo consumo in gravidanza è una delle cause principali di ritardo mentale dei bambini nei Paesi occidentali.
Altra malattia messa a confronto fra i generi, è il cancro del colon-retto, che rappresenta il terzo tumore per incidenza e il secondo per mortalità nel mondo. Il principale fattore di rischio è l’età, il 90% dei pazienti ha più di 50 anni. In tutte le fasce d’età si osserva un’incidenza maggiore nei maschi, che potrebbe essere attribuita a differenze comportamentali o sociali: gli uomini tendono ad avere una dieta più ricca in carni rosse e processate, sono forti fumatori e consumatori di alcool, hanno una maggior tendenza al deposito di grasso viscerale addominale. Alcuni studi hanno dimostrato che, anche controllando per questi fattori, le differenze nell’incidenza della malattia tra uomo e donna permangono: il sesso sembra un fattore di rischio ed è stato proposto un possibile ruolo ormonale nella protezione dalla malattia, ad esempio, le donne che hanno utilizzato contraccettivi orali sono a minor rischio di cancro al colon-retto rispetto a chi non li ha mai utilizzati, così come la terapia ormonale sostitutiva sembra aver un ruolo protettivo durante la menopausa.
L’analisi per sesso ed età mostra che l’aumento dei tumori del colon destro nelle classi d’età più anziane è più evidente nelle donne, presentando un aumento graduale e significativo (36% vs 45% vs 60%) e, pur non mostrando significatività statistica a causa del numero limitato di casi, le giovani presentano una minor percentuale di casi del colon destro rispetto ai coetanei uomini (36% vs 45%), mentre nelle altre due classi d’età sono le donne a presentare una percentuale maggiore significativa di casi nel colon destro rispetto ai coetanei uomini (45% vs 38% e 60% vs 47%, rispettivamente).
Sia il sesso che il genere possono influenzare l’incidenza, la durata, la gravità e la mortalità delle malattie infettive attraverso diversi fattori. Ad esempio, le donne in gravidanza e in allattamento rappresentano un gruppo ad alto rischio per molte malattie infettive, oppure le donne hanno un rischio maggiore di infezione del tratto urinario associata a catetere a causa dell’anatomia che facilita la contaminazione batterica del catetere. D’altra parte, la vulnerabilità alle infezioni differisce tra i sessi a causa delle differenze nel loro sistema immunitario; in questo senso, le donne in pre-menopausa sembrano avere un vantaggio naturale che può essere spiegato dal ruolo degli steroidi sessuali, che influenzano la suscettibilità e la resistenza alle infezioni.
Anche le infezioni correlate all’assistenza come le batteriemie ed infezioni del circolo ematico, e le infezioni del sito chirurgico sono significativamente meno frequenti nelle donne rispetto agli uomini, anche se le ragioni di questa differenza non sono del tutto chiare.
Anche l’età, in combinazione con il sesso, è una componente importante che modula il rischio di infezione, evidenziando le maggiori differenze tra 12 e 49 anni, sempre a favore delle donne rispetto agli uomini. A testimoniare la complessità delle condizioni che favoriscono le infezioni ospedaliere, una recente revisione sistematica ha concluso che l’impatto del sesso sugli esiti della sepsi rimane equivoco. Le differenze di genere nei comportamenti, nelle attività, nelle esposizioni e nell’accesso alle risorse e al processo decisionale influenzano la trasmissione e gli esiti delle diverse infezioni correlate all’assistenza.
Pertanto, nel documento, viene evidenziata la necessità di una attenta valutazione di sesso e genere in medicina, sanità e ricerca, oggi il concetto di Medicina di Genere è notevolmente evoluto rispetto al passato e ormai la considerazione dei parametri biologici (sesso, età, etnia, comorbilità, risposta a farmaci) insieme alla valutazione, sicuramente più complessa, di indicatori di contesto quali condizioni sociali, economiche, culturali, ambientali e delle relative fonti di informazione sono tra loro integrate per giungere ad una raccolta di dati utili allo sviluppo di sistemi sanitari efficaci ed efficienti. La definizione di corretti indicatori di genere è fondamentale per la costruzione di un percorso assistenziale condiviso fra medico, operatori sanitari e paziente e per la programmazione di linee di indirizzo di tipo normativo e di governance, utili per il miglioramento della qualità dell’assistenza. Fra gli indicatori di genere un ruolo decisamente rilevante riveste la valutazione del rapporto tra livello di povertà ed esito di malattia: il livello di mortalità per stessa patologia, è molto più elevato nelle realtà economicamente svantaggiate e con bassi livelli socioculturali. Pertanto, ridurre queste disequità deve essere un obiettivo non soltanto politico, ma anche etico. Tecnologie molto avanzate supportano oggi questa esigenza e rappresentano un ausilio per la trasformazione del mondo della salute e dell’assistenza. Mediante un adeguato utilizzo di questi supporti, di elevate competenze digitali professionali e manageriali si potrà avere un’erogazione sempre più personalizzata delle prestazioni e delle cure sanitarie. In conclusione, si afferma che la digitalizzazione e la Medicina di Genere sono due tra i più importanti fattori sui quali si basa la modernizzazione nel nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e saranno obiettivi sempre più strategici per le strutture sanitarie. Oggi il SSN e quello internazionale devono affrontare sfide rilevanti legate alla sostenibilità dell’assistenza sanitaria, sia da un punto di vista economico che in relazione alla qualità dei servizi sanitari erogati, in termini di miglioramento dell’efficacia, della sicurezza, dell’appropriatezza clinica e organizzativa. È necessario quindi sollecitare le istituzioni a sviluppare programmi per la promozione della salute e prevenzione delle malattie, investire nei sistemi di assistenza primaria con una particolare attenzione al rapporto tra indicatori di genere e sostenibilità sociale.
Nella newsletter troviamo anche due focus specifici, uno dedicato al suicidio e alle differenze di genere, l’altro allo sviluppo della medicina di genere nella Regione Basilicata.
In conclusione, anche la comunità scientifica afferma che la Medicina di Genere è uno strumento di appropriatezza ed equità nei sistemi sanitari, auspichiamo che quanto prima sia strutturata anche a livello formativo superando di fatto quella frammentazione che oggi la caratterizza sia in ambito regionale che nel settore universitario. Temi questi che verranno affrontati e discussi, supportati dalle più recenti evidenze scientifiche al fine di promuovere la diffusione della Medicina di Genere, nel corso del congresso Nazionale della società scientifica GISeG che si terrà a Bari il 5-6 ottobre prossimo venturo. Riportiamo di seguito il link per approfondire i contenuti della newsletter
https://www.epicentro.iss.it/medicina-di-genere/pdf/MdG%20Newsletter%20luglio%202023.pdf
Roma, 14 luglio 2023