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A Brescia il Sindacato e il Comune contro il gap tecnologico degli anziani

PENSIONATI BRESCIANI E IL DIGITALE
UN ANALFABETISMO DA VINCERE
LA RICERCA effettuata dai sindacati di categoria e dagli uffici comunali sulla condizione di vita di chi è in quiescenza: solo il 5% di loro, contro il 25% nazionale e il 45% europeo, ha un abbonamento a Internet È un problema con molti servizi

Il gruppo di lavoro ha presentato ieri lo studio a Palazzo Loggia
Chi l’avrebbe detto, gli anziani bresciani non amano Internet. Solo il 5 per cento di loro, contro il 25 per cento nazionale e il 45 europeo, ha un abbonamento. L’analfabetismo digitale, soprattutto fra le anziane sole, pesa molto da quando parecchi servizi passano dallo schermo del computer e il futuro sarà peggio. Pesa ancora di più se si considera che un abitante su quattro a Brescia è pensionato: 55 mila sono i percettori di assegni di vario genere (diretti, reversibili, di invalidità e da lavoro autonomo) su 198 mila residenti, di cui 29 mila donne, cosa non da poco anche per un’amministrazione che eroga quei servizi ai suoi cittadini. Non da poco se si considera che il tasso di vecchiaia è in continua crescita, attestato nel 2021 a 196 anziani ogni 100 under 14. E’ questo dell’avversione informatica uno dei dati dell’identikit delle pensionate e dei pensionati cittadini emerso da un’analisi svolta dai sindacati di categoria in collaborazione con ricercatrici degli uffici comunali sulla condizione di vita di chi percepisce una pensione, strumento per il rinnovo del protocollo che da anni lega l’ente locale ai sindacati portavoce delle esigenze degli over 65. A presentarla ieri in Loggia, con l’assessore ai Servizi sociali Marco Fenaroli, le autrici Anna Spatola, Maria Luisa Venuta e Maria Elena Comune con i tre segretari Adriano Papa dello Spi-Cgil, Giovanna Mantelli della Fnp-Cisl, Cesare Meini della Uilp. I quartieri più canuti sono Casazza e Caionvico, i più giovani sono quelli a sud, ma anche il centro storico nord; le persone sole sono a Porta Venezia e Porta Cremona, Urago e via Chiusure; un terzo degli anziani vive solo e molte sono le signore. Per fortuna due su tre hanno casa di proprietà e un reddito medio, per le pensioni da lavoro, di 1400 euro lordi (molto più alta e più diffusa per gli uomini che per le donne) ma, in caso di affitto e bollette, già un terzo dei soldi se ne va. La fragilità sale con l’età e il genere femminile ne soffre maggiormente. Il 62 per cento delle anziane ritiene le sue entrate insufficienti, il 60 per cento dei signori le ritiene sufficienti. Uno dei timori più forti riguarda le bollette. Preoccupa moltissimo l’eventualità di una spesa straordinaria e in molti non conoscono i bonus a loro favore; il primo ambito in cui tagliare è l’alimentazione, non certo i medicinali che si prendono dagli 11 ai 50 euro mensili. Il primo sos va alla famiglia, quando c’è: la rete famigliare rimane sempre quella determinante. Gli over 80 si muovono poco dal quartiere, specie le donne senza auto, frequentano poco le aggregazioni, hanno il cellulare ma solo per chiamare i nipotini. Quali possono essere allora le richieste dopo questo studio frutto di incontri personali con 200 persone da parte dei volontari delle tre sigle, «che ha creato uno spaccato fatto non di soli numeri ma di racconti di vita»? L’elenco è proposto dai tre segretari, mettendoci dentro pure i propri compiti: una sempre maggiore attenzione alla spesa sociale, perché c’è anche la fetta dei più poveri, magari già seguiti dai Servizi, una revisione dei trasporti che tenga conto dei micro spostamenti, la vicinanza dei principali servizi comunali (ma ci sono anche i servizi regionali, come la sanità, e quelli erogati dallo Stato), un’informazione più capillare sugli aiuti che è possibile ricevere, parecchio sottoutilizzati, un potenziamento e un rinnovamento dei luoghi di incontro e di ascolto per contrastare la solitudine. Infine non dimenticare un accompagnamento, “che non c’è mai stato”, alla digitalizzazione di base sempre più necessaria. «Basta con i cartelli con mail da contattare senza un aiuto verso la conoscenza e la pratica».

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